Coinvolge 3 donne su 10 dopo il parto, ma cos’è la diastasi addominale?
L’ho chiesto al Professor Giuseppe Pozzi, medico chirurgo, specializzato nella cura della diastasi addominale (anche detta diastasi post partum). Il termine diastasi, ha tenuto subito a chiarire, è sinonimo di separazione. Infatti, questa problematica consiste nella separazione e progressivo allontanamento dei muscoli retti addominali dalla linea mediana.

Perché ne soffrono molte donne incinte?
Durante la gravidanza le future mamme sono soggette al progressivo aumento di volume dell’addome. Al 9° mese la superficie parietale diventa due volte più grande del normale e questo causa lo stretching (dilatazione) della parete addominale. Per questo motivo la diastasi si riscontra nel 66% circa delle donne nel terzo trimestre e la problematica persiste poi nel 30-60% delle donne dopo il parto.
Chi ne viene maggiormente colpito e quali sono i principali fattori di rischio?
Esistono fattori che possono favorire lo svilupparsi di questa problematica. La probabilità aumenta ad es. con le gravidanze successive, poiché la donna potrebbe risentire dell’effetto del passato stretching alla parete addominale dovuto all’aver portato in grembo altri bambini. Bisogna poi prestare attenzione anche alle gravidanze gemellari, poiché queste comportano una maggior distensione della parete addominale e aumentano lo stress subito dalle strutture muscolari e fasciali della gestante. Inoltre, anche l’età e la predisposizione genetica alle malattie del collagene sono fattori che concorrono allo sviluppo della diastasi in gravidanza.
Influisce anche essere sovrappeso?
Si, essere sovrappeso e l’obesità sono ulteriori fattori di rischio e questo vale prima, durante e dopo la gravidanza. Inoltre, anche il polidramnios, l’eccesso di liquido amniotico, può favorirne l’insorgenza.
E se faccio attività sportiva?
Quello che invece non ti aspetteresti è che l’intensa attività sportiva prima e durante la gravidanza possa contribuire allo sviluppo della diastasi addominale. Ebbene sì, l’iper-tonicità dei retti addominali non favorisce la naturale distensione delle strutture muscolari a discapito di quelle fasciali. Si diventa quindi più soggette a tensione e lacerazioni sulla linea mediana (linea alba) e sui margini muscolari.
Attenzione però, questo non significa che sia bene non fare più movimento. L’attività sportiva equilibrata, e adeguata alla propria condizione fisica, porta tanti benefici anche in gravidanza. Per questo ti rimando alla guida alla palestra in gravidanza per ogni trimestre, così da suggerirti alcune attività fisiche adatte a una donna in dolce attesa.
Quali sono i sintomi della diastasi addominale?
Come più volte fatto notare dal Professor Pozzi, il sintomo più evidente della diastasi è il gonfiore addominale. Questo tende ad accentuarsi durante lo svolgimento della giornata, dopo i pasti o anche solo dopo aver semplicemente bevuto, con l’addome che riprende una forma simile a quella ottenuta durante la gravidanza.
La più o meno accentuata perdita della funzione dei muscoli retti impatta sulla funzionalità e fisiologia della parete addominale e questo può causare disagi più o meno fastidiosi nel vivere la propria quotidianità. I principali fastidi riguardano:
- digestione
- evacuazione e minzione
- respirazione
- postura (con conseguente lombalgia)
- incontinenza urinaria (dovuta a sforzi fisici come starnuti o colpi di tosse)
Come posso riconoscerla?
Se riscontri di poter soffrire di uno o più sintomi tra quelli elencati sopra, allora puoi eseguire un paio di semplici prove per cercare di capire se possa effettivamente trattarsi di diastasi addominale post partum. Ovviamente, come passo successivo ti consiglio sempre di confrontarti con un professionista medico.
- Per prima cosa, posizionandoti supina (sdraiata a pancia in su), solleva la testa come a voler contrarre gli addominali e osserva l’eventuale presenza di una protuberanza lungo la linea mediana (nei pressi dell’ombelico).
- Subito dopo, sempre in posizione supina e ancora con gli addominali contratti, controlla se al tatto è presente un avvallamento. Il vuoto generato dal distaccarsi dei muscoli retti ti permetterà di inserire la punta di due o più dita.
Quali sono le possibili complicanze della diastasi addominale?
La diastasi rientra in un quadro più ampio di malattia della parete addominale conseguente allo stretching patologico dei muscoli retti e della fascia che costituisce la linea mediana. Questa problematica si accompagna spesso a ernie della linea mediana, di cui la più frequente è senz’altro l’ernia ombelicale. In caso di parto cesareo, in concomitanza con la diastasi, si può verificare un laparocele ipogastrico, cioè un’ernia della cicatrice.
Ringrazio quindi il Professor Giuseppe Pozzi su questo primo approfondimento sulla diastasi addominale post partum e spero che questa lettura ti sia stata di aiuto.
Baci baci,
Sexy Mamma
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