Donne imprenditrici: il successo del marketing dell’assurdo

Il caso Gwyneth Paltrow e della sua “candela che profuma come la mia vagina” e tanti altri ancora… Il marketing dell’assurdo paga davvero, tutto sta nel modo in cui viene comunicato!

Oggi torniamo a parlare di donne imprenditrici, un argomento che adoro e vorrei tanto far diventare una rubrica fissa. Analizzare i casi mediatici legati alla candela all’aroma di vagina di Gwyneth Paltrow o dell’acqua della vasca di Belle Delphine potrebbe sembrare una perdita di tempo, ma non lo è. Sono sempre di più gli esempi di marketing dell’assurdo diventati virali e altamente remunerativi. Dobbiamo però capire cosa li accomuna e come li siano riusciti a trasformare in qualcosa di unico.

Queste donne imprenditrici hanno saputo prendere qualcosa che tutti noi non avremmo mai considerato per trasformarla in un cavallo di battaglia.

Ne sentiamo parlare su Internet, al giornale, alla radio… ovunque! I media vanno ghiotti per tutte quelle notizie che fanno letteralmente a brandelli il nostro sistema di credenze precostituito. Normalmente ti verrebbe da pensare: un prodotto molto venduto deve essere qualcosa di utile e di buona qualità o almeno in grado di farti sentire appagata, giusto? Hem… non per forza!

Nei paesi del primo mondo, dove ogni bene può essere reperito con relativa facilità, il valore e l’interesse attribuito ai prodotti finisce inevitabilmente col diminuire. Questo porta ad adottare soluzioni per tenere alta la soglia di attenzione e molto spesso si cerca di stupire combinando il marketing dell’assurdo con i temi della sessualità. Per farlo esistono cinque elementi fondamentali utilizzati da queste donne imprenditrici per dar vita a delle campagne marketing di incredibile successo.

1. Autorità dell’Opinion Leader

Gwyneth Paltrow è molto più che un’attrice, cantante e icona. La possiamo collocare a tutti gli effetti nella cerchia delle donne imprenditrici fin dal 2008, quando ha fondato un e-commerce chiamato Goop: un portale dove puoi trovare alcuni tra gli oggetti più improbabili in circolazione. Anche Belle Delphine, seppure meno popolare della Paltrow, a soli 19 anni era già una influencer di successo nel mondo del gaming con una sua linea di merchandising tanto assurdo quanto venduto. Lo status di Opinion Leader, ovvero di riferimento per tantissime persone, da loro l’autorità necessaria per iniziare a lanciare e diffondere idee o prodotti parecchio anticonvenzionali.

2. Storytelling

«L’acqua imbottigliata mentre giocavo nella vasca! Non puoi berla, ma usarla unicamente a scopo sentimentale.»

Queste donne imprenditrici, o chi le consiglia, sanno perfettamente che raccontare una storia legata al prodotto può aiutare a conquistare anche chi non si è subito arreso all’autorità dell’Opinion Leader. Che sia il racconto di come la Delphine giocava con l’acqua che si sta per acquistare o la descrizione del sapiente mix di geranio, bergamotto agrumato e assoluti di cedro alla rosa damascena della candela che punta a riprodurre i profumi della “delicata virtù” della Paltrow. Insomma, chi racconta bene è a metà dell’opera!

3. Micro-commitment

Spendere 75 dollari per una candela o, ancor più sconvolgente, 250 dollari per qualche goccia di acqua usata… beh, sembra follia allo stato puro. Queste donne imprenditrici però lo sanno, l’acquisto è la conclusione di un lungo percorso composto di tante altre piccole azioni. Si può ad es. partire dalla visione di un video su YouTube e progressivamente, se c’è sintonia con l’influencer, creare un saldo legame. Il graduale “abituarsi al personaggio” può così portare ad acquistare dei prodotti o persino donare dei soldi a sostegno dei loro progetti. A volte questo accade perché si vuole davvero possedere un prodotto valido o veder realizzato un progetto, altre volte però l’azione scaturisce da un ingannevole e autocostruito senso di amicizia o infatuazione.

4. Originalità e presentazione

Il successo non va a colei che ha l’idea geniale, ma a colei che la presenta meglio al mercato. Infatti, già le prime attrici di Hollywood vendevano i loro attrezzi e abiti di scena, spesso anche normali oggetti della propria casa, per cifre che avrebbero fatto venire un mancamento a chi tra noi è più debole di cuore. L’assurdo non è quindi una novità ed è nato insieme all’essere umano. La vera abilità sta però nel crescere una grande community per poi comunicare le idee più assurde senza che appaiano forzate, ovvero senza che tradiscono l’identità di chi le ha concepite.

5. Realtà e percezione

Inutile girarci attorno, spesso i prodotti più venduti non sono i migliori, ma i meglio percepiti. Non sempre la miglior pubblicità sta nell’avere un prodotto eccellente, perché a volte ciò che è discusso o controverso riesce a catturare molto di più l’attenzione e spingere ad azioni complesse come l’acquisto. La aziende o le agenzie che collaborano con queste donne imprenditrici lo sanno bene e da qui nascono tutte quelle iniziative all’apparenza inspiegabili che vediamo svilupparsi attorno ai VIP.

Seppur con tante riserve, resto sempre affascinata dal marketing dell’assurdo: emblema di un mondo fatto di beni superflui, quasi ingombranti, ma di cui tutti parlano e che molti competono per aggiudicarsi. Questo fenomeno, ovviamente, riguarda anche l’Italia con l’acqua Evian della Ferragni ed è stato profetizzato ancora nel lontano 1961 dall’artista italiano Piero Manzoni con i suoi 90 barattoli di “merda d’artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961”.

Baci baci,
Sexy Mamma

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