Il Ministero della Salute ha aggiornato le linee guida sull’utilizzo e la pubblicizzazione del latte in polvere.
È almeno dal 1981, quando l’OMS realizzò l’International Code of Marketing of Breastmilk Substitutes, che si discute sul corretto uso del latte in polvere. Questo alimento a fini medici speciali può essere utile in alcuni casi, ma certamente non può essere migliore del latte materno. A ribadire questo concetto sono anche le linee guida ministeriali aggiornate (dicembre 2020), che impongono lo STOP alla pubblicità sul latte in polvere. L’intento è quello di incentivare l’allattamento al seno, che le varie società di pediatria e nutrizione considerano all’unanimità una pratica salutare sia per la mamma sia per il bambino.

Differenza tra latte in polvere di tipo 1, 2 e 3
Non tutte le neomamme sanno che i diversi tipi di latte in polvere hanno una formulazione differente e sono destinati a neonati e bambini di età diversa.
- Inizio: latte 1 per i bambini da 0 a 6 mesi
- Proseguimento: latte 2 per i bambini da 6 a 12 mesi
- Crescita: latte 3 per i bambini da 1 a 3 anni
Già da diversi anni vi erano una lunga serie di restrizioni pubblicitarie riguardanti il latte in polvere di tipo 1, ma dal 2020 buona parte di esse si sono estese anche al tipo 2 e 3.
Cosa sono gli AFMS?
Dal 2020 anche il latte in polvere è diventato un AFMS, una sigla che si riferisce agli Alimenti a Fini Medici Speciali. Sono dei preparati pensati per chi fatica ad assumere, digerire, assorbire o metabolizzare i normali alimenti di tutti i giorni. Vengono prescritti dal medico a seguito di una visita e solitamente sono inseriti nel quadro più ampio di una dieta equilibrata a sostegno del paziente.
Puoi ad esempio pensare al latte in polvere di tipo 2 (di proseguimento), che è un alimento a volte prescritto dal pediatra a supporto dello svezzamento. In parole semplici è usato per aiutare il bebè a compiere il passaggio dal latte ai cibi solidi.
In cosa consiste lo stop alla pubblicità sul latte in polvere?
Con il nuovo Regolamento (UE) e l’aggiornamento delle linee guida del Ministero della Salute, le aziende hanno il divieto di pubblicizzare il latte in polvere attraverso canali non specializzati. Devono quindi avvalersi delle riveste di puericultura o dei professionisti in ambito medico (es. pediatri, dietologi, nutrizionisti…). Questo è stato sicuramente un brutto colpo per un mercato che ad oggi vale quasi 45 miliardi di euro all’anno.
Perché è stata presa questa decisione?
Il motivo principale è dovuto alle politiche di marketing aggressivo adottate dalle grandi aziende, che stavano finendo col disincentivare la buona pratica di allattare al seno o di utilizzare il tiralatte per estrarre il latte materno. Per sensibilizzare il pubblico su questa tematica, alcuni giornali come il British Medical Journal hanno deciso di non pubblicare più gli annunci sul latte artificiale per neonati. La notizia ha fatto grande scalpore considerando il fatto che, essendo il British Medical Journal una rivista specializzata, avrebbe potuto tranquillamente continuare a inserire questa tipologia di contenuti.
Quindi il latte in polvere fa male?
I divieti non vogliono affermare che questo alimento faccia male e nemmeno attaccare in generale l’uso delle formule per il latte da biberon. Ci sono casi in cui il pediatra può ritenerle adatte a sostenere lo sviluppo del piccolo. Se sei una mamma, devi però sapere che il tuo latte materno è l’alimento più importante per la crescita del bambino. La comunità scientifica che ruota intorno ai pediatri e ai nutrizionisti raccomanda che, quando possibile, il bebè assuma esclusivamente il latte della mamma fino al 6° mese. Sempre il latte materno dovrebbe essere affiancato a una dieta equilibrata per tutto il periodo dello svezzamento. Solo quando è il pediatra a ritenerlo necessario, allora è il caso di affiancare o sostituire l’uso del latte naturale con quello artificiale.
Con questo stop alla pubblicità sul latte in polvere in Italia non ci capiterà più di vedere gli iconici spot sui prodotti alimentari per bambini. Questi regolamenti avranno quindi un impatto sul modo di fare acquisti di noi mamme e sull’alimentazione dei nostri bambini? Solo il tempo saprà dircelo.
Baci baci,
Sexy Mamma
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